Sull’origine dell’agopuntura

dal libro Medicina Cinese: la radice e i fiori, di Giulia Boschi
Casa Editrice Ambrosiana
Questo breve brano, tratto dal paragrafo 4.2, concerne la definizione di agopuntura.

[…] Sin qui alcuni elementi di dibattito rispetto all’origine storica e geografica dell’agopuntura. Prima di esprimere altre valutazioni è bene innanzitutto stabilire che cosa si debba intendere per ‘agopuntura’: nella fattispecie, il termine cinese Zhenjiu (pron. ‘gengiou’), impropriamente tradotto con ‘agopuntura’, significa alla lettera “Aghi-moxa”, per cui sarebbe più corretto renderlo con ‘acumoxibustione’.

L’applicazione di un ago o di una fonte di calore in un determinato punto può avere due scopi: un’azione locale (per drenare un ascesso o per ripristinare l’irrorazione sanguigna in una zona contratta) oppure un’azione distale (ad esempio sull’attività fisiologica degli organi interni) attraverso la stimolazione di un canale energetico. Mentre l’azione distale non esclude una contemporanea azione locale, non necessariamente una stimolazione locale con strumenti appuntiti o con calore (comune alla medicina antica di quasi tutti i popoli) rientra nel concetto di acumoxibustione. La linea di confine tra le due tecniche – e la conditio sine qua non perché si possa parlare di acumoxibustione – sta nell’idea dei ‘meridiani’ e nella fisiologia del Qi a essi connessa.

E’ quindi necessario distinguere fra l’utilizzazione di strumenti acuminati (aghi d’osso, di pietra o di metallo) per ‘perforazioni terapeutiche’ o per l’acumoxibustione.

A questo punto dobbiamo introdurre un altro importante elemento: i testi di Mawangdui, come suggerisce Harper, fanno anche pensare che non necessariamente la teoria dei meridiani e la stimolazione dei punti nacquero in uno stesso contesto. Anche se nei testi di Mawangdui non si parla esplicitamente di aghi, esistono riferimenti precisi alla teoria dei meridiani e alla moxa, viceversa non abbiamo elementi che ci permettano di affermare con certezza se gli aghi d’oro e d’argento venissero usati per stimolare i meridiani o per una semplice azione topica, pur rimanendo la prima ipotesi la più verosimile. In ogni caso è falsa la diffusa concezione secondo la quale i meridiani sarebbero stati scoperti unendo i punti di agopuntura.

Paradossalmente l’origine dell’acumoxibustione, come essa viene attualmente intesa, potrebbe non essere collegata alla storia degli aghi ma andrebbe ricercata nell’origine della teoria dei meridiani.

Nella descrizione che ci viene da Mawangdui non ci sono collegamenti tra i meridiani e gli organi interni, non vengono menzionati gli agopunti e non ci sono riferimenti alla teoria Yin Yang. Uno dei tre brani che descrivono i meridiani è collocato al centro di un rotolo di seta che comprende anche un brano sulla dietetica taoista e un’illustrazione commentata delle varie posizioni degli esercizi di Daoyin. Nel testo più antico fra i tre, il carattere per ‘meridiano’ è diverso da quelli comunemente usati e significa letteralmente “tepore”. Il termine Daoyin significa “guidare e indirizzare” (il Qi lungo determinate orbite). Il passaggio del Qi viene percepito come un flusso di calore; gli eventuali blocchi in questo flusso di calore potevano probabilmente essere ovviati con l’applicazione della moxa o degli aghi di pietra arroventati, usati in maniera analoga all’artemisia [1].

Da questi dati si può ipotizzare un diverso scenario: la teoria dei meridiani sarebbe nata all’interno della callistenia taoista (Daoyin) grazie alla percezione diretta dei canali di scorrimento preferenziale del Qi, da attivare (o ‘aprire’) durante gli esercizi. Su questo schema sarebbero state integrate in un secondo tempo le esperienze terapeutiche di stimolazione con gli aghi che avevano permesso di individuare punti particolarmente attivi, la maggior parte dei quali si trovavano – come è ovvio – lungo i canali. In una fase successiva di evoluzione si sarebbe poi accertata l’azione sistemica che determinati punti erano in grado di attivare sugli organi interni e alcune relazioni di analogia che punti collocati su diversi meridiani avevano tra loro. Avremo occasione di ritornare su questo discorso nel capitolo X. […]

Note
[1] Erba che viene usata per la moxibustione.

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